Paolo Perego
Paolo Perego Specialista di sicurezza applicativa e certificato OSCE e OSCP, amo spaccare e ricostruire il codice in maniera sicura. Sono cintura nera di taekwon-do, marito e papà. Ranger Caotico Neutrale, scrivo su @codiceinsicuro.

Mr.Robot

Mr.Robot Photo by on Unsplash
606 parole - Lo leggerai in 3 minuti

Ho appena finito di vedere la decima ed ultima puntata di Mr.Robot, la serie TV su hacking e società di cui tutti al di là dell’oceano stanno parlando, per ora infatti è stata trasmessa solo in America. Come l’abbia guardata, è un dettaglio trascurabile, non siamo tutti un po’ americani?

Non ci sono spoiler, tranquillo.

Elliot è un ragazzo “speciale”. Evidentemente disturbato da un’alienazione molto simile a quella di Neo in Matrix, ha solide competenze nel campo della security. Cappello nero, cappello grigio, cappello #666… sinceramente non ho ancora capito quale fosse il confine netto. Se di confine netto si può parlare, ovviamente, in questi casi.

Mr.Robot la serie TV su hacking e società così reale da sembrare drammaticamente finta. O viceversa?

Elliot combatte contro una società di plastica, società dalla quale appunto lui si aliena fin dall’inizio. Critiche al capitalismo, all’ossessiva presenza dei social network nelle nostre vite, all’ossessione compulsiva verso il denaro ed il potere. Tutto questo è Mr.Robot. Un intrecciarsi di critiche alla società moderna magistralmente orchestrate in ambientazioni cupe e musiche elettroniche.

L’aspetto Cyber, l’attacco informatico è ridotto ad una comparsa, ad un corollario. Galleggia in perfetta armonia tra il dramma di questo ragazzo alla ricerca della verità, della realtà. E la domanda “cosa è reale?” ritorna spesso.

Viviamo in un mondo finto. Mangiamo cibo finto. Abbiamo relazioni finte basate su like e sulla paura di esporci. Esporsi mette a nudo le persone e chi non ha niente da dire, bhé, resta impalato come un baccalà e questo, nella società dell’apparenza non deve accadere.

Ostentiamo quindi argomentazioni solide nascoste dietro la violenza verbale, nascoste in beni di consumo, nascoste in discorsi basati sul nulla che nascondo agli altri il fatto che, in fondo, siamo vuoti dentro. Non abbiamo niente da dire, ma questo non possiamo dirlo.

Questo è Mr.Robot.

Se pensate ad una serie TV dove il protagonista è una kali linux e qualche botta di nmap a destra e a manca, avete proprio sbagliato bersaglio. Questa è una serie TV per noi. Per la nostra società anestetizzata. E’ una serie TV per i sognatori, per chi ancora anela la ricerca della verità.

Le analogie con il primo Matrix si sprecano in queste 10 puntate. Spesso mi tornava alla mente quando, nella chiacchierata tra Morpheus e Neo, prima che il protagonista venisse scollegato dalla matrice, si sottolineava che era reale il sentore che ci fosse qualcosa di implicitamente sbagliato nel mondo reale1.

Non so voi, ma io effettivamente avverto un’armonica in disarmonia con il concerto in Fa bemolle2 al quale stiamo assistendo. C’è qualcosa di endemicamente sbagliato in quello che vediamo. C’è un dettaglio impercettibile che stona con il resto però, per quanto ci possiamo sforzare, non riusciamo a capire cos’è.

Questo è Mr.Robot.

La conferma che quella disarmonia esiste. Che in molti la vedono. Chi la individua nella politica corrotta, chi nel capitalismo, chi in una commistione di cose. Esiste una disarmonia che qualcuno vuol cancellare.

Sui modi, ognuno si faccia la propria opinione.

Questo è Mr.Robot.

E se non l’hai visto, cerca in Rete. Siamo tutti un po’ americani no?

Enjoy it!

  1. stiamo per un attimo fuori dal loop di cosa sia effettivamente reale e cosa no. 

  2. essendo di un solo semitono la distanza tra mi e fa, il fa bemolle a tutti gli effetti è un mi. Ma un blog sulla musica non è per ora nelle mie intenzioni. Il Fa bemolle non è reale. Appunto. 

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