Paolo Perego
Paolo Perego Specialista di sicurezza applicativa e certificato OSCE e OSCP, amo spaccare e ricostruire il codice in maniera sicura. Sono cintura nera di taekwon-do, marito e papà. Ranger Caotico Neutrale, scrivo su @codiceinsicuro.

La cyber ai tempi del SARS-CoV-2

La cyber ai tempi del SARS-CoV-2 Photo by on Unsplash
769 parole - Lo leggerai in 4 minuti

Già, l’Italia da qualche settimana è in quarantena a causa del virus SARS-CoV-2 che sta modificando radicalmente le nostre abitudini. Compresa quella, per alcune realtà con mentalità più radicate in epoche lontane, di recarsi a picchiottare sui tasti di una tastiera per 8 ore al giorno.

L’Italia scopre lo smartworking e mai poteva scegliere modo peggiore a mio avviso. In un servizio andato in onda su La7 e che girava su LinkedIN oggi, più del 50% degli italiani intervistati definivano lo smartworking un disagio. Ovviamente questo a causa del perché la gente sta facendo lavoro da casa, è ovvio che se non puoi uscire perché lo stato èp in lockdown, il problema non è dello smartworking ma dell’emergenza sanitaria.

A proposito, per quanto valga la mia parola, state a casa. Andrà tutto bene.

Una buona postura cyber

Chi era pronto per lo smartworking aveva dotato ai propri dipendenti un portatile, opportunamente configurato, per poter lavorare. Spesso quella portatile è anche l’unica postazione di lavoro del dipendente.

Supponiamo di essere in uno scenario del genere dove il security team interno ha:

  • stabilito linee guida per le patch e fatto sì che i device aziendali le rispettino
  • stabilito linee guida per l’account con una password policy o meglio incentivando l’uso delle passphrase o della biometria
  • configurato i concentratori VPN aziendali con un’autenticazione a due fattori
  • segregato l’accesso alle VLAN sulla base dei profili VPN di accesso
  • fatto in modo che ogni portatile aziendale abbia a bordo l’antivirus configurato ed aggiornato

Cosa mai potrebbe andare storto?

Oddio in realtà, potrebbero andare storte comunque tante cose, di sicuro però ci troviamo in una situazione privilegiata, dove l’utente è ragionevolmente sicuro di accedere alle risorse aziendali utilizzando il proprio router ADSL personale la cui password di default è ‘password’ come il primo giorno in cui è stato installato.

Usciamo un attimo da questo scenario e mettiamoci in quello dove la direttiva del dipartimento Risorse Umane è stata: “Signori, siamo in guerra. Da domani per favore, ognuno lavori da casa propria con la propria ADSL.”

Ecco qualche consiglio per sopravvivere.

Fate pause

Sperimenterete da voi che, figli a parte (ne ho 2), sarete molto più concentrati nel vostro spazio rispetto all’ufficio. Almeno a me succede questo. Credo di aver migliorato la produttività di molto.

A patto ovviamente di fare pause:

  • prendere una boccata d’aria, dalla finestra o dal giardino privato se siete fortunati;
  • alzatevi ogni ora e muovetevi per 5 minuti
  • mantenetevi idratati e non esagerate coi caffè
  • mangiate sano che non si può andare in palestra o a correre

Non c’entra con la cybersecurity? Davvero? E chi è l’anello più debole di tutta la catena?

Eh già cari i miei Insicuri, siamo noi l’anello più debole, nessuno escluso. L’igene cyber quindi parte da noi, prima ancora che dagli aspetti tecnologici.

Curate il vostro laptop

Se stai usando il tuo laptop personale per lavorare, assicurati di seguire l’ABC della sicurezza, passi che questa volta sono proprio mandatori.

Installa un antivirus (Malwarebytes e Bitdefender sono quelli che mi piacciono di più e che uso sulle mie postazioni non basate su Linux).

Applica tutte le patch disponibili e rilasciate dal vendor del tuo sistema operativo.

La vostra società vi deve aver fornito dei parametri di connessione alla VPN aziendale, compreso il client suggerito.

Non accettate le mail da sconosciuti

Se possibile, leggete la posta aziendale da interfaccia web per evitare di aprire in automatico allegati potenzialmente pericolosi. Fate molta attenzione ad email che veicolano malware, in particolare:

  • conoscete il mittente della mail?
  • ha un allegato che non vi aspettate? Se sì, la prima cosa che dovete fare è rivolgervi al vostro security team per un feedback. Se la vostra azienda non ha un team di security, allora potete scaricare l’allegato e caricarlo su VirusTotal per un’analisi prima di aprirlo.
  • all’interno della mail ha dei link da seguire? Copiate i link su un editor di testo e verificate non rimandino a domini strani

Siate sospettosi su qualsiasi cosa differisca dalla vostra routine lavorativa.

Off by one

In queste giornate lo ammetto, non ho voglia neanche di studiare per OSCE. Avrei dovuto lanciare un podcast e dei video ma mi sono perso in un mood piuttosto cupo.

Mi do qualche giorno per organizzare le idee, poi dovrebbero esserci alcune novità, spero interessanti all’orizzonte per tutti voi Insicuri là fuori.

Che dire? Mi aiutereste ad invitare quante più persone, dicendo loro di iscriversi alla newsletter per non perdersi neanche un post, un video o una puntata dei possimi podcast?

Enjoy it!

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